“…sembra davvero che Dio ci prenda per mano, sentiamo che la vita torna ad avere radici, ci sentiamo benedetti da certe umili presenze. Ognuno riandando nella propria memoria del cuore ritrova pure immagini di bellezza. …Possiamo invano tessere mille ragionamenti, possiamo tentare di reagire contro di noi, contro certi vuoti di depressione, contro certi svilimenti della vita, quando tutto perde senso, profondità e bellezza, quando sfuma la gioia di vivere…
E poi…
E poi basta alle volte un incontro, un volto dove traluce un mondo di valori amati, inseguiti forse nel nostro sogno, nella nostra attesa profonda, che pareva talmente sogno da sembrare irreale, che ce ne andiamo consolati… La grazie ci viene incontro nella concretezza di un volto, nell’accento di una voce, di una mano che si tende, in un dialogo dove emerge il profondo di noi. Avvertiamo che certe umili creature diventano sacramento del divino. E mentre portiamo grovigli oscuri di domande senza risposte, troviamo illuminate sui loro volti le alte risposte alle alte domande e ce ne andiamo consolati, benedettina questi incontri…”
Don Michele, da un’Omelia del 1984